Ristrutturare a costo zero è possibile, grazie al cosiddetto super ecobonus 110%.
Si tratta di un bonus stabilito all’interno del Decreto Rilancio licenziato dal Governo che, fino al 2022, permette a chi ne abbia i requisiti di eseguire interventi di riqualificazione energetica ed anti sismica.
Essendo un’ottima possibilità da sfruttare sia per le aziende che per i privati, andiamo a scoprirne caratteristiche, limiti e benefici.
Eco bonus 110%: cos’è e cosa prevede
Fino al 2022, chi effettua lavori di ristrutturazione volti alla riqualificazione termica e sismica ha diritto (nei limiti previsti dalla norma) di avere ristorata l’intera cifra.
Il ristoro avverrà nei 5 anni successivi alla presentazione della dichiarazione dei redditi che dovrà comprendere la documentazione dei lavori effettuati a regola d’arte, e vedrà l’erogazione di un credito d’imposta che potrà (da qui il termine ‘110%’) anche essere superiore della cifra sborsata.
Questa possibilità viene realizzata se si sceglie di usare il credito erogato dall’Agenzia delle Entrate per pagare la ditta che esegue i lavori o la banca che ha finanziato gli stessi.
Beneficiari dell’ecobonus: chi sono e che lavori possono eseguire
Per poter richiedere il bonus si può essere sia una persona fisica, che debba eseguire dei lavori di ristrutturazione sul proprio immobile (sia in unità singola sia in condominio), sia imprese (incluse associazioni e onlus) che posseggano immobili.
Le regole riguardano, oltre alla proprietà, anche il rispetto delle categorie di lavori eseguibili.
Tra questi rientrano:
- coibentazione termica che deve essere fatta almeno su un quarto della superficie cosiddetta ‘disperdente’. Quindi installare pannelli solari o fotovoltaici (ammessi comunque nei lavori) non è condizione sufficiente per ottenere il bonus, ma deve comprendere anche il cappotto termico internamento all’immobile e l’eventuale sostituzione dell’impianto di riscaldamento;
- installazione delle colonnine per la carica dei veicoli elettrici;
- il rinnovamento delle facciate dell’immobile;
- l’adeguamento anti sismico (che permette di avere anche uno sconto fino al 90% sulla polizza assicurativa).
C’è da specificare una cosa importante. Il precedente ecobonus, che dava diritto a degli incentivi anche importanti, non è stato annullato, ma integrato. A stabilire però l’ammontare della detrazione al 110% concorrono due tipologie di interventi detti ‘primari’, che sono l’efficentamento energetico e quello sismico.
Questo vuol dire che per poter accedere al superbonus non si devono solo effettuare (ad esempio) piccoli interventi come l’installazione di colonnine o pannelli, ma si devono eseguire i 2 interventi principali.
Altro requisito da rispettare: gli interventi dovranno portare l’immobile a salire di due categorie in quanto ad APE, cioè all’attestato di prestazione energetica, come certificato dal professionista che seguirà i lavori.
Come funziona il bonus in pratica: il credito di imposta
Una volta che il proprio commercialista (o un CAF abilitato) avrà trasmesso all’Agenzia delle Entrate la richiesta per potere accedere al credito d’imposta, così come una volta che un tecnico abbia stimato i lavori e il costo, il contribuente potrà decidere due strade:
- nel primo caso si può chiedere un prestito in banca, usando poi il credito d’imposta in ‘cessione’ (appunto cedendolo) all’istituto stesso per ripagare il prestito. In questo caso quel famoso 10% in più si otterrà per ristorare gli interessi applicati al prestito. Sarà la banca poi a pagare la ditta;
- nel secondo caso si può cedere il credito direttamente alla ditta che applicherà lo sconto in fattura rivalendosi poi in sede di dichiarazione dei redditi.
I lavori devono essere fatti nell’arco temporale che va dal luglio 2020 al 31 dicembre 2021.